Lounge area

Trasformato in un aggettivo, “lounge” è diventata una filosofia per molti (Richard McKewen).

Per spiegare questa filosofia bisogna partire dal sostantivo “lounge”: in inglese esso indica il “salotto”, mentre “cocktail lounge” è un salotto in cui si sorseggia un drink, si veste in un determinato modo e si ascolta un certo tipo di musica.

Richard Mc Kewen ha prodotto un’analisi attenta del “lounge” nel suo saggio Cocktail Renaissance: The Re-emergence and Re-invention of the Cocktail Way of Life, che assumiamo come riferimento.

Quella che segue è una breve sintesi di alcune parti del ragionamento di McKewen.

Un’immagine alquanto “seventy” 
Una ‘definizione’
Non esiste una definizione generale del “lounge”. Ogni salotto è diverso e ogni salotto crea la sua propria atmosfera lounge scrive McKewen. La descrizione di un salotto potrà scaturire solo dalla soggettività, dal modo in cui chi lo descrive lo percepisce.

Prima di tutto, il salotto non è un bar. Certo, sia nel bar che nel salotto si ha la possibilità di bere, ma quest’ultimo coinvolge maggiormente chi vi siede, cattura i suoi sensi e fornisce loro molti stimolanti input. Nel salotto si sperimentano emozioni all’interno di una esperienza sensoriale a tutto tondo.

Altro fattore che differenzia il “lounge” è la musica, ma per questo si veda la sezione – la lounge music.

Caratteristiche di arredo
Il salotto è di solito decorato secondo un tema. L’importante è che rifugga dalla banalità del mondo comune. Grande importanza in questo senso hanno le luci: esse non devono evidenziare gli spazi e gli angoli, ma sono indipendenti e devono creare un’atmosfera che differenzi l’interno dall’esterno.
Le sole luci naturali vengono dalle candele perchè le finestre esterne sono molto rare, visto che rappresenterebbero una via di comunicazione con l’esterno (una presenza da evitare!).

Il cocktail
Il cocktail non è mai semplicemente una cosa da bere scrive Richard McKewen. Il cocktail, considerato da Mencken come il più grande tra tutti i contributi delll’American way of life alla salvezza dell’umanità, rappresenta un vero e proprio oggetto di culto all’interno del salotto. Attorno ad esso si consuma un rituale, in cui il barman è il sacerdote e il salotto è il tempio. E’ un qualcosa di fisico, visibile che però contiene un noumeno, una parte invisibile ma incredibilmente potente che incide sullo spirito di chi lo ingerisce.

Un Martini
 – Un luogo per socializzare
Un buon salotto deve essere pieno ma non troppo. Deve favorire la socializzazione senza però creare il “problema della folla” e dovrebbe creare un’atmosfera confortevole. A differenza dei bar e delle osterie in cui si forma un gruppo di clienti che si sente fortemente tale, nel “lounge” la clientela non costituisce un gruppo coeso.

Bisogna ricordare infine che il salotto è un luogo che non privilegia l’originale nè qualche forma di passato, ma è, almeno a detta di McKewen, la creazione del nostro momento storico in reazione alla banale esistenza comune.

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